Alcuni Paesi pensano di allinearsi alla richiesta russa di pagare il gas in rubli e sono pronti ad aprire conti K presso Gazprombank.
Non tutti i Paesi sono disposti a fare la voce grossa contro Putin e contro la decisione di quest’ultimo di concedere i pagamenti per il gas russo solo in rubli. Chi però deciderà di sottostare all’imposizione russa rischia di essere accusato dall’Unione Europea e dalla comunità internazionale di aver aggirato le sanzioni. Molti paesi starebbero pensando di aprire dei conti presso la Gazprombank. Ma cosa sono i conti k?
La Gazprombank è una banca privata tramite la quale avvengono molte delle transazioni sul gas tra Europa e Russia. Sarebbe la stessa Gazprombank, poi, a convertire le valute estere in rubli riversando il costo del cambio sulle aziende. Grazie a questo i Paesi riuscirebbero ad avere comunque il gas russo, pur non pagando direttamente in rubli. Ricordiamo che la decisione di Putin è arrivata l’1 aprile, tramite decreto, e obbliga a pagare il gas in rubli.
La posizione dell’Ungheria
L’Ungheria si è detta pronta a pagare il gas russo in rubli. A riferirlo è Péter Szijjártó, ministro degli Esteri di Budapest, che ha spiegato quanto “l’approvvigionamento dell’energia è materia di sicurezza nazionale e il governo ha il dovere di garantire la sicurezza ai cittadini”. L’Ungheria vorrebbe evitare quanto accaduto a Polonia e Bulgaria che, per non aver pagato il gas in rubli, hanno avuto il blocco dei rifornimenti.
“Questo sarà il trattamento destinato a chi si rifiuterà di pagare in rubli” ha detto Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. L’Unione Europea però storce in naso e avverte: “Se il pagamento avviene in rubli stiamo parlando di un aggiramento delle sanzioni”.
Attualmente sarebbero quattro i Paesi dell’Unione Europea che avrebbero deciso di pagare il gas russo in rubli, mentre dieci avrebbero l’intenzione di aprire un conto presso Gazprombank. Tra questi dieci ci sarebbe anche l’Italia. Attualmente Gazprombank non risulta nella lista delle istituzioni colpite dalle sanzioni europee e, al tempo stesso, non è previsto nessun embargo sul gas russo.